Dal 1° gennaio 2021 in Italia, tutti i nuovi edifici devono essere realizzati con criteri di sostenibilità tali da ridurre al massimo il loro dispendio energetico. Questa tipologia di costruzioni viene definita dalla sigla nZEB, Nearly Zero Energy Buildings.
È questo l’obiettivo raggiunto da una complessa evoluzione normativa che ha preso il via con la Direttiva Europea 31 del 2010, modificata con la Direttiva Europea 844 del 2018 sull’efficienza energetica degli edifici, EPBD (Energy Performance of Buildings).
Cosa sono gli edifici nZEB
L’edificio a energia quasi zero (nZEB) è definito come un “edificio ad altissima prestazione energetica in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ”.
La realizzazione di nuovi edifici nZEB prevede il ricorso a soluzioni innovative per i componenti ed i sistemi sia dell’involucro edilizio che degli impianti i quali, tuttavia, sono già presenti sul mercato.
Non ci sono ricette predefinite per la realizzazione di un nZEB, piuttosto combinazioni di tecnologie di efficienza basate sull’utilizzo di fonti d’energia rinnovabili, adeguate e dettate da fattori economici, climatici, tipologici e comportamentali.
Oltre alle nuove costruzioni, i criteri di progettazione per ottenere edifici nZEB si applicano (in tutto o in parte) anche a:
- demolizioni e ricostruzioni
- ampliamenti e sopraelevazione
- ristrutturazione importante (di I e II livello)
- riqualificazione energetica (nuova installazione, ristrutturazione dell’impianto)
- semplice sostituzione dell’impianto
Caratteristiche degli edifici nZEB
Le caratteristiche di un “edificio a energia quasi zero” in Italia sono stabilite dal Decreto Ministeriale 26 giugno 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico, “Requisiti Minimi”
Ecco qui di seguito i parametri che gli edifici nZEB devono considerare tassativamente, secondo quanto previsto dalla normativa:
- Il parametro H’T, ovvero il coefficiente medio globale di scambio termico per trasmissione per unità di superficie disperdente, che indica la trasmittanza termica e deve risultare inferiore al valore massimo ammissibile
- Il parametro Asol,est/Asup,utile, quindi l’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile, che deve risultare inferiore al corrispondente valore limite
- Gli indici EPH,nd, EPC,nd e EPgl,tot, cioè rispettivamente: indice di prestazione termica utile per riscaldamento, indice di prestazione termica utile per il raffrescamento e indice di prestazione energetica globale dell’edificio, che devono risultare inferiori ai valori dei corrispondenti indici limite calcolati per l’edificio di riferimento
Inoltre per la realizzazione di edifici a energia quasi zero risultano di primaria importanza alcuni accorgimenti basati su una valutazione del contesto ambientale:
- Fattori climatici: bisogna tenere in considerazione prima di tutto i fattori climatici locali per costruire un modello di sistema abitativo che si adatti alle condizioni climatiche invernali (riscaldamento) e a quelle estive (raffrescamento). La Casa Mediterranea vive di aria, di sole e di acqua e i fattori climatici diventano autentici alleati per la sua sostenibilità;
- L’orientamento: l’orientamento degli edifici è un fattore fondamentale per garantire il buon funzionamento dell’edificio, intendendo non soltanto la disposizione in base all’asse elio termico, ma anche la valutazione dei venti dominanti e l’influenza sul microclima dei fattori ambientali esterni: aree verdi, soleggiamento/ombreggiamento portato da altri edifici o da elementi naturali ecc;
- I materiali naturali e locali: si dovrà essere privilegiata la scelta dei materiali naturali, e in particolare locali, attraverso un attento studio ed adattamento delle tecniche tradizionali che hanno prodotto un’edilizia spesso molto più performante di quella “moderna”. I materiali che concorrono alla costruzione dell’abitazione devono essere sostenibili dalla produzione allo smaltimento. Non si tratta quindi di un ritorno all’antico, ma di una rivalutazione e rilettura in chiave moderna di materiali già ampiamente sperimentati;